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Consci che itinerari su strade strette e tortuose, continui saliscendi e panorami che variano ad ogni tornante sono gli ingredienti ideali per apprezzare un viaggio in moto, affronteremo con i migliori auspici questa motovacanza nel cuore delle Dolomiti.
Dopo aver attraversato tutta la valle del Tagliamento, il viaggio prosegue verso il passo Mauria dove possiamo vedere la sorgente del fiume Tagliamento. La discesa ci porta in Cadore e la prima tappa è ad Auronzo di Cadore, dove l'omonimo bacino artificiale immerso nel verde ci permette una pausa rilassante.
Prima di affrontare le Dolomiti ed arrivare a Cortina d'Ampezzo, una piccola deviazione ci porta a Misurina. La luce che illumina le Tre Cime di Lavaredo le fa specchiare nelle gelide e limpidissime acque circondate dal verde cupo delle conifere. Non a caso, il lago di Misurina è tra i più belli dell'intero arco alpino e sicuramente delle Dolomiti per i boschi e le cime che lo circondano.
Le Tre Cime di Lavaredo sono fra le più singolari e suggestive cime delle Dolomiti: guglie arditissime, tinte di rosa, pareti incise da angusti "camini" e ghiaioni.
Dopo una breve sosta, ripartiamo alla volta di Cortina d'Ampezzo dopo aver valicato il passo Tre Croci.
Cortina d'Ampezzo, adagiata in una conca verde sormontata dalla roccia di cime delle Dolomiti famose in tutto il mondo. Ci fermiamo giusto per il tempo di una breve passeggiata nel centro della cittadina per poi affrontare le strade dolomitiche seguendo in un primo momento la strada verso il passo Falzarego.
A Pocol raggiungiamo l'omonimo belvedere, un balcone naturale che si affaccia su Cortina d'Ampezzo e sulle cime delle Dolomiti che la sovrastano offrendo un'anteprima dello scenario nel quale saremo immersi.
Da qui, potendo scegliere fra diversi itinerari, abbandoniamo la strada principale seguendo un percorso meno battuto, ma non per questo meno affascinante arrivando al passo di Giau che con i suoi 2233 metri di quota è uno dei passi più alti delle Dolomiti. Immersi in un paesaggio affascinante, dal passo si gode di una delle più belle vedute di tutte le Dolomiti. La discesa comincia con una strada in leggera pendenza immersa in un prato fiorito. Man mano che lasciamo la vetta, ci inoltriamo nella stretta valle che ci porta a Selva di Cadore affrontando tornanti secchi, larghi e ben pavimentati.
Abbandoniamo le Dolomiti per arrivare a Selva di Cadore, un piccolo paese dallo stile inconfondibile, raggruppato attorno alla piazza della chiesa e famoso per l'artigianato del legno, ancora oggi lavorato con le tecniche del passato. Dal paese si possono ammirare il monte Pelmo, il monte Civetta e la Marmolada.
Viaggiando sempre sopra i 1300 metri, valichiamo Forcella Staulanza, semplicemente impressionante per l'incombente presenza del monte Pelmo dal soprannome "Cadregòn di Dio" dovuto alla cima piatta, che lo fa assomigliare ad un colossale cagnetto. Passando piccoli valichi che aprono nuovi panorami spettacolari arriviamo a Forno di Zoldo. Le case di legno con i davanzali fioriti fanno da contorno a queste strade.
In seguito raggiungiamo Longarone e saliremo verso la diga del Vajont. L'ex lago di Vajont, bacino idroelettrico, ora quasi del tutto prosciugato, è il luogo ove ebbe origine la sciagura del 1963, quando una frana del monte Toc provocò un'immensa ondata che scavalcò la diga di sbarramento e precipitò sul sottostante abitato di Longarone, distruggendolo e causando 1908 morti.