Il passo del Manghen
E' il verde il colore dominante di questo itinerario, che può essere completato soltanto d'estate, quando tutti i passi sono aperti. La maggior parte del tracciato, infatti, attraversa rigogliose ed estese foreste di conifere.
La parte interessante del percorso comincia proprio ad lmèr, frazione di Fiera di Primiero, dove si gira a destra in direzione del passo di Brocon: la strada comincia subito a salire con una serie di tornanti che portano a quota 988 metri a Gòbbera, poi si scende sull'altro versante, sempre seguendo la segnaletica per il Brocon. Raggiunto il fondovalle, si passa l'abitato di Canal S. Bovo, poi si attraversa il ponte sul torrente Vanoi: qui il traffico scompare, così come scompaiono distributori e punti di ristoro per oltre 30 km (se si eccettua qualche ristorante al passo, aperto solo in alta stagione).
La strada che si snoda nel fitto bosco richiede una guida particolarmente attenta: è quasi completamente priva di protezioni laterali e ha una carreggiata talmente stretta da consentire a malapena il passaggio di due vetture; molte curve, poi, sono cieche, quindi la velocità deve essere ridotta. Il fondo, però, è ottimo e le pendici della montagna sono rinforzate contro il pericolo di frane. Si arriva finalmente al passo dei Brocon, dove gli alberi s'interrompono per lasciar posto ai prati e a un piccolo impianto di risalita. Ma la discesa è ancora lunga e le curve sono talmente tante da far quasi girar la testa.
A Castello Tesino si torna nella civiltà. Da qui, si attraversano alcuni paesi seguendo le indicazioni per il passo Manghen. A Telve si riprende a salire per la Val di Calamento fino al punto in cui inizia l'arrampicata per il Manghen. Questo tratto è molto divertente, ma indubbiamente impegnativo: la carreggiata è stretta, alcuni degli innumerevoli tornanti sono molto ripidi e mancano protezioni, l'asfalto in alcuni tratti è un po' malandato e coperto di pietrisco. La vista, però, è impagabile e, quando si arriva in cima, si prova una grande soddisfazione. La discesa, al confronto, è un gioco da ragazzi: prima tornanti fra i prati, poi curve nei boschi e la qualità della strada è decisamente migliore.
Arrivati a Molina, giriamo a sinistra ed attraversando buona parte della Val di Cembra giungiamo a Lavis circa 20 km a nord di Trento. Da qui, con un rapido trasferimento ci trasferiamo a Levico Terme per ammirare il lago di Levico ed il lago di Caldonazzo.
Bassano ed il Monte Grappa
Per il ritorno abbiamo deciso di fare una deviazione. Una volta percorsa la Valsugana fino a Bassano del Grappa, città d'origine romana ora rinomata per la produzione di ceramiche e per la grappa, cui è stato addirittura dedicato un museo. Una sosta va fatta al Ponte Vecchio di Bassano, protagonista dell'epopea degli alpini e di tante canzoni dei combattenti.
A questo punto inizia la parte più interessante di questa giornata. Si lascia l'abitato sulla statale 47 della VaIsugana e dopo circa un chilometro si svolta a destra ad un bivio verso Romano d'Ezzelino. Qui gli appassionati del dislivello trovano una deviazione che rappresenta una sfida: la risalita verso la cima Grappa (1755 metri). Dopo l'abitato di Romano d'Ezzelino si incontra un quadrivio segnalato da una colonna con medaglione e dedica e, lasciata sulla destra la deviazione per Possagno, si imbocca la cosiddetta strada Cadorna. Si superano le cave di pietra abbandonate, prati e pascoli, poi boschi lungo un tracciato che si contorce e si dipana in curve continue. Dopo 30 chilometri di questa andatura impegnativa si raggiunge la cima dove in un paesaggio aspro e difficile si intravedono i camminamenti e i segni delle trincee e dove spicca il Sacrario dedicato alle vittime della prima guerra mondiale.
Per non percorrere la stessa strada in discesa, un chilometro dopo l'Ossario si può deviare a sinistra su una strada che digrada verso il monte Palla: giunti a valle, superato l'abitato di Semonzo, si procede svoltando a sinistra in direzione di Possano.
Valdobbiadene
Da qui si prosegue verso Belluno, superato il Piave si arriva a Valdobbiadene. I vigneti accompagnano lo sguardo, il paesaggio mostra il lavoro dell'uomo e del tempo. Si può decidere di fare una sosta per degustare il vino bianco, e si continua per affrontare un'altra salita interessante, quella al passo di San Boldo, che porta verso la valle del Piave.
Il passo si snoda dopo un primo tratto piano in una teoria di tornanti stretti. Gallerie, rettilinei brevi, poi ancora curve e controcurve costringono ad un'attenzione continua, ma il divertimento è assicurato perché si supera in sei chilometri un dislivello di 500 metri circa. Dopo una sosta panoramica in questo punto speciale, si inizia la discesa verso Belluno e il Piave, divertente e tranquilla.
Si segue il tracciato d'asfalto che corre accanto al fiume fino alla città, raggiungibile con una breve deviazione. Arroccata sul fiume, trasformata nei secoli dalle diverse dominazioni, Belluno va scoperta passeggiando nel centro storico, in piazza dei Martiri, e ammirando il duomo e i palazzi antichi.
Il Bosco del Cansiglio
Da Belluno ci muoviamo in direzione di Vittorio Veneto e, arrivati al lago di Santa Croce, pieghiamo sulla sinistra per risalire nell'area del Cansiglio, tra piani carsici e colline dall'andamento regolare.
Prima di Farra d'Alpago si svolta a sinistra per una stradina ripida di curve e tornanti che raggiunge m circa 9 chilometri Pian d'Osteria e poi Piano del Cansiglio. Il bosco di abeti fa da cornice alla traversata di questa valle, ora protetta da riserva naturale.
I faggi coprono le pendici dei pendii, attraversati da percorsi di trekking ben attrezzati. Da queste parti si trovano grotte da scoprire per gli appassionati di speleologia e a Piano del Cansiglio è stato realizzato un Giardino botanico alpino che merita davvero una visita. Dopo questa immersione nella natura, la discesa verso Vittorio Veneto, per una strada stretta e tortuosa, risulta divertente e panoramica.
Quattro chilometri dopo Piano del Cansiglio si devia a destra verso Fregona e il tracciato si fa ancora più ripido e attorcigliato. Da qui si scende a Vittorio Veneto (18 chilometri in tutto).