Il Monte Pasubio, per tre dei quattro punti cardinali, strapiomba sulle valli che dalla prealpe scendono alla pianura vicentina e al Trentino; solo a settentrione, verso la valle che scende verso Rovereto, i pendii sono meno aspri.
Nella prima guerra mondiale, per la sua posizione strategica, fu sanguinosamente disputato. In ricordo dei reparti che si distinsero nei combattimenti, c'è una zona monumentale delimitata da 30 cippi.
L'Altopiano di Asiago (noto anche con il nome di Altopiano dei Sette Comuni) ha una bellezza unica nel paesaggio, praterie ondulate, boschi vastissimi, l'abete ed il faggio, vertiginose viste dai cigli sulle valli sottostanti.
Il nostro viaggio in moto nella valle di Pasubio e sul lago di Garda si arricchisce di una sosta sull'Altopiano di Asiago tra vallate scavate da torrenti tumultuosi e distese ricoperte di prati e conifere.
Il monte Baldo ed il Pasubio
Un breve viaggio tra Trentino e Veneto, tra due regioni così affini e così diverse. Punto di partenza è il lago di Garda, e precisamente il versante orientale della Gardesana, dove, a differenza della costa opposta, la strada è molto più piatta ed attraversa parecchi centri abitati, tutti particolarmente turistici ed affollati nella stagione estiva; in compenso si passa praticamente a livello dell'acqua, e l'impressione di viaggiare proprio sulla riva è fortissima ed appagante.
Da Peschiera raggiungiamo Garda dove abbandoniamo il lago e la Gardesana seguendo le indicazioni per Caprino Veronese e si affronta la salita che porta prima a Spiazzi, poi a Ferrara di Monte Baldo e quindi al rifugio Novezzina; l'ambiente è quello tipico di montagna, con i boschi prima ed i pascoli oltre i 1200 metri a far da contorno alle svolte secche della strada, la quale, dopo essere arrivata ai 1433 metri del Cavallo di Novezza, anzichè cominciare a scendere come sarebbe lecito attendersi, spiana e parte per un lungo "camminamento in quota", tra abeti e roccia viva, che non termina se non prima di una ventina di chilometri di tortuoso falsopiano.
Tormentata almeno quanto tutto il tratto che l'ha preceduta, la discesa porta prima a San Valentino, poi a Brentonico e Mori da dove, con un breve trasferimento, si arriva a Rovereto. Domina la cittadina trentina, che ha scorci architettonici di sapore veneziano, il grande castello, sede del Museo storico italiano della guerra.
Val Pasubio
Da qui, per entrare nella valle di Pasubio, s'imbocca la statale 46 in direzione di Schio, seguendo un tracciato che, già dopo i primi chilometri, si rivela piacevolmente movimentato. Sul cammino non ci sono grandi centri abitati che rallentino la marcia in salita, dai 630 metri di paesi come Anghebeni agli oltre 1160 di Pian delle Fugazze. Siamo, qui, alle pendici del monte Pasubio, che con i suoi 2235 metri di altitudine domina il panorama delle cime; questa è una zona che trasuda ancora di ricordi della Prima Guerra Mondiale, che visse qui alcune delle sue pagine più tragiche.
E nelle rocce sono ancora scolpiti i segni delle vecchie strade militari, raggiungibili con brevi deviazioni. A poco più di due chilometri da Pian delle Fugazze c'è anche un Ossario, dove riposano i resti di oltre cinquemila vittime dei conflitto, sia italiane sia austriache.
Il Monte Pasubio, per tre dei quattro punti cardinali, strapiomba sulle valli che dalla prealpe scendono alla pianura vicentina e al Trentino; solo a settentrione, verso la valle che scende verso Rovereto, i pendii sono meno aspri.
Nella prima guerra mondiale, per la sua posizione strategica, il Pasubio fu sanguinosamente disputato. In ricordo dei reparti che si distinsero nei combattimenti, c'è una zona monumentale delimitata da 30 cippi.
L'Altopiano di Asiago (noto anche con il nome di Altopiano dei Sette Comuni) ha una bellezza unica nel paesaggio, praterie ondulate, boschi vastissimi, l'abete ed il faggio, vertiginose viste dai cigli sulle valli sottostanti.
L'Altopiano di Asiago
Ripercorriamo tutta la valle di Pasubio, visto la spettacolarità dei paesaggi e della strada fino quasi a Rovereto, dove prendiamo la strada dei Colli: con una fitta serie di tornanti stretti tra graziose villette si sale rapidamente di quota fino ad imboccare la valle di Terragnolo, una sorta di canyon dal fondo boscoso nel quale si viaggia a rìdosso di una delle pareti, a sbalzo su un profondo baratro, lungo una delle strade più belle, tecniche ed avvincenti di tutta la zona, fino a raggiungere il bivio che porta a Serrada; ancora un tratto di salita e dopo aver attraversato il piccolo centro comincia la breve discesa che porta a Folgaria.
Da Folgaria percorriamo un itinerario montano per strade minori che ci porta sull'altopiano di Lavarone. Superato il passo della Vena m 1546, scendiamo poi sull'altopiano di Tonezza del Cimone e alla val d'Astico, valle vicentina. In val d'Astico si toccano Arsiero,Velo d'Astico, Piovene e, sul versante opposto, Caltrano. Di qui ritorniamo a salire perraggiungere l'altopiano dei Sette Comuni e Asiago.
Asiago, a 1000 metri di altitudine. Anche qui non potrete sottrarvi alla memoria dei caduti (oltre 50.000) dei primo conflitto mondiale, raccolti in un sacrario sul colle che domina la cittadina. Curioso è anche il museo che raccoglie testimonianze dell'etnia Cimbra (di origini germaniche) che vive nel vicino abitato di Roana. Da Asiago, attraversando Gallio e Campanelle arriviamo a Valstagna, nella Valsugana per una ripida discesa fatta di stretti e continui tornanti.