Il nostro viaggio in moto in Toscana. Tra tutti gli itinerari possibili, ci dedichiamo alla provincia di Grosseto, partendo da Arcidosso, alla scoperta del monte Amiata e delle zone di produzione del Brunello di Montepulciano.
Montalcino. Pienza, Montepulciano, terre ricche di storia che sono rimaste ai margini dei grande turismo di massa richiamato da località più famose, tra cui San Gimignano, disposte sulle colline a Nord.
I borghi dell'entroterra hanno legato la loro fortuna al capoluogo: sorte come città comunali, sono state annesse da Siena una dopo l'altra nel corso dei Medioevo. In seguito alla caduta della città del Palio nelle mani di Firenze nel XVI secolo, subiscono inesorabilmente la medesima sorte.
La maggior parte dei chilometri che ci aspettano sono di quelli che non si scordano: siamo combattuti tra il piacere di restare incollati alla sella, con le curve che si rincorrono, la strada che sale sulle colline, corre sui crinali, poi sparisce tra le crete e riappare poco dopo, e il desiderio di fermarci ad ammirare le forme, i colori, i piccoli boschi di cipressi che sembrano disposti ad arte da uno scenografo.
Montalcino, Pienza e Montepulciano
Arriviamo a Pienza, entriamo nelle mura medievali a cavallo della moto, come cavalieri di un altro tempo. Pienza ha davvero quella che si può dire una storia singolare: in origine si chiamava Corsignano ed è in mezzo, a pochi chilometri da entrambi, a due paesi che devono la foro buona sorte alla generosità dei loro vigneti: Montalcino e Montepulciano. La strada scorre in mezzo ai colli, dolcemente, le curve sono sempre visibili e facili da condurre. La casa colonica domina la strada dall'alto, sui pendii i terreni sono curati con meticolosità e ciascuno di loro, caratterizzato da colture e colori variegati, sembra tappezzare e personalizzare la collina. Tutto si accosta alla perfezione, tanto che qualche traliccio della corrente elettrica posto qua e là stona con particolare evidenza.
Avvicinandoci a Montepulciano il panorama viene egemonizzato dai vitigni noti già nel 1600. Il Vino Nobile di Montepulciano nasce dalle colline a cavallo tra la Val d'Orcia e la Val di Chiana. Caratterizzato da un colore granato più o meno intenso, con riflessi arancioni a seconda dell'invecchiamento (minimo due anni), è composto al 60?80% da uve di Sangiovese (la varietà di qui si chiama Prugnolo Gentile) e per un 10?20% da quelle di Canaiolo nero abbinate per il rimanente ad altre, anche a bacca bianca. Queste uve il Vino Nobile le ha in comune con il Rosso di Montepulciano, da cui si differenzia perché quest'ultimo viene prodotto con uve di seconda scelta ed è più "semplice" e meno adatto all'invecchiamento.
Salendo sulla torre del Palazzo comunale, la vista permette di spaziare oltre i rossi tetti di mattone e di spingersi fra i colli che lentamente sfumano in una foschia diradata. Sotto si domina la Piazza Grande con il Duomo, che ha la facciata incompiuta di mattoni e il perimetro delle mura medioevali.
Passeggiando per le strette vie del borgo antico, colpisce l'intreccio di vicoli scoscesi che assecondano la morfologia della collina e costringono ad un costante saliscendi di scale e viottoli ripidi dove la luce filtra appena.
Sulla strada per Montalcino, si apre una vallata splendida ricoperta di vigne, spariscono attività industriali e commerciali, torna il silenzio. Salendo lungo la collina per conquistare Montalcino, siamo immersi in filari di viti che ricoprono i fianchi della collina: sono quelle da cui ha origine il prezioso Brunello.
Montalcino, ai margini di grosse vie di comunicazione, ricorda come, dopo la caduta di Siena per mano fiorentina nel 1555, gli sconfitti si rifugiarono a Montalcino, roccaforte senese da secoli.
Le strade del borgo sono ricche delle botteghe dei vinaioli, pronti a cedere una goccia della magia che nasce dalle viti dei colle in ogni momento della giornata. Sapori genuini che si adattano perfettamente all'atmosfera del paese.
Il Monte Amiata
Un percorso breve ma ricco di fascino in Toscana; la zona è la provincia senese meridionale, o meglio le sue ultime propaggini che confinano a Sud con l'Umbria e a ovest con il grossetano (nel quale si finisce per sconfinare). Abbadia San Salvatore, località di partenza, è facilmente raggiungibile da Siena con la strada statale 2 Cassia.
Posta ai piedi del monte Amiata (che supera i 1700 metri di altitudine), deriva il suo nome dall'abbazia di San Salvatore, risalente al tempo dei Longobardi (Vili secolo); la sua architettura spicca per originalità. La consacrazione risale a quasi un millennio or sono, anche se molto dell'aspetto attuale è dovuto ai rifacimenti e agli ampliamenti trecenteschi; tutto intorno sorge il borgo medievale, con le case dal sapore antico.
Ma è già tempo di rimettersi in movimento: imbocchiamo la strada che, girando intorno al Monte Amiata, porta a Prato delle Macinaie. Le curve non mancano, l'altitudine sale dai poco più di 800 metri di Abbadia ai 1385 di Prato, per poi ridiscendere, con un percorso ancora più tortuoso e per questo più piacevole ai 637 metri di Castel del Piano. La chiesa romanica di San Leonardo, svetta in un contesto di edifici cinquecenteschi.
Ma la vera meta dista solo quattro chilometri: è Arcidosso, celebre borgo medievale a forma ellittica. L'abitato è dominato dalla rocca della famiglia Aldobrandi; vale la pena una passeggiata negli antichi meandri del centro.
L'itinerario prosegue ed arriviamo a Santa Fiora, con i suoi resti di fortificazioni, poi, all'interno, da Piancastagnaio, per fare capo nuovamente ad Abbadia San Salvatore. Alla fine di questa giornata, ci sembra di essere stati riportati indietro nel tempo, al 1300, quando queste terre erano teatro degli scontri tra senesi e grossetani per il controllo della vicina Maremma.