- Scritto da Dario e Rosalba
Vogliamo visitare la costa Atlantica della Spagna che ci sembra più adatta al nostro modo di intendere la vacanza in moto.
La Costa Atlantica
La Costa Atlantica spagnola differisce molto dall'immagine stereotipata di questo Paese, con il suo litorale dentellato, spesso roccioso e punteggiato da fiordi. Nel complesso, è una regione spendida, montuosa, verde e ricoperta di foreste. Il clima atlantico - piogge frequenti e di breve durata, brezza leggera e costante - offrono una valida alternativa al caldo spesso soffocante delle coste del sud. Le spiagge sabbiose sono in genere molto frequentate, ma è possibile tuttavia ricavarsi dei piccoli spazi privati nelle calette che costellano il litorale.
Una cosa che colpisce in tutta la Spagna del nord è il paesaggio, tanto verde da ricordare paesi decisamente più settentrionali: a seconda dei casi, ci si potrebbe credere in Svizzera, Tirolo, Bretagna...
Una cosa a cui bisogna essere preparati è la temperatura dell'acqua: siamo sull'oceano, e le spiagge, spesso bellissime, invitano a bagni che non tutti sono in grado di sopportare. Comunque, non bisogna scoraggiarsi, perché i posti sono tali che anche la loro sola vista è una grande soddisfazione.
Asturie
Le Asturie sono una regione boscosa; la campagna è molto ben coltivata, e le sue belle colline sono disseminate di paesini caratteristici. Anche le spiagge sono comunque molto belle. Il turismo qui é in espansione, ma si tratta ancora di posti per vacanze di tutto riposo.
Galizia
La Galizia é la regione che ci è piaciuta di più. Le sue coste sono frastagliatissime, e ricche di spiagge che si sono meritate la "Bandiera Blu" della CEE, come ad esempio la spiaggia di Llas, presso Foz. Le spiagge di Vivero, anche se non ancora scoperte dai commissari della Comunità Europea, sono di livello "caraibico" e non vanno perse per nulla al mondo. Il capoluogo La Coruna, è una delle poche città del nord?ovest che ci siano piaciute; è molto luminosa e caratteristica per le grandi vetrate dei suoi palazzi. Consigliamo anche una passeggiata al mattino presto fino al capo Finisterre, da cui si può contemplare l'oceano aperto. Poi, appena il sole comincia a scaldare, un bagno nella vicina spiaggia di Langosteira è quel che ci vuole. Una cosa particolare dei villaggi "gallegos" (="della Galizia") sono gli Horreos, cioè i granai dove è conservato il raccolto, ed i Calvarios, che si trovano in ogni piazzetta di paese.
Paese Basco
Il Paese Basco è l'ultima regione spagnola che abbiamo attraversato. La costa è molto varia ed in generale é piuttosto verde, ma le città (es. Bilbao) ci sono sembrate piuttosto inquinate e grigie, e così non ci siamo trattenuti molto.
Pirenei spagnoli - I Pirenei della Catalogna
Interessante dal punto di vista ambientale è il Parc Nacional d'Aigúes Tortes i Estany de Sant Maurici. Costituito nel 1955, si estende per oltre 10.000 ettari negli Alti Pirenei. Il parco è formato da tre valli che salgono verso la montagna, delle quali la più importante e conosciuta è quella di ORDESA. Lo scenario montuoso di origine glaciale è caratterizzato da centinaia di laghetti, cascate e corsi d'acqua che giustificano pienamente il nome di" acque mosse" (aigúes tortes). Camosci, galli cedroni, castori, lontre, aquile reali e grifoni popolano l'area del parco la cui vegetazione arborea è costituita principalmente da abeti bianchi, faggi e pini uncinati.
Motivo in più per visitare questa regione sono le incantevoli chiese romaniche, situate soprattutto nella zona di Boì e Taull.
La Vall de Boi
A sud-ovest del parco, questa valle è punteggiata di alcune fra le più incantevoli chiesette romaniche della Catalogna. Due delle più belle si trovano a Taull. La chiesa di Sant Climent de Taull, all'ingresso del paese, con il suo snello campanile a sei piani, è un gioiello per l'eleganza e la purezza delle linee. La chiesa di Santa Maria de Taull, al centro dell'antico villaggio, con il suo campanile a cinque piani è un bellissimo edificio.
I Pirenei aragonesi
La parte occidentale dell'Aragona è una zona di montagna unica in tutta la Spagna per il suo ambiente naturale e molte sono le vette che superano o si avvicinano ai 3000 m.
La presenza degli alti Pirenei crea una fascia particolarmente piovosa a ridosso delle montagne che alimenta il fiume Ebro, il più ricco d'acque di tutta la Spagna e purtroppo ce ne siamo accorti!
Huesca
Porta della Spagna, baluardo e vedetta d'Aragona, è una delle province più straordinariamente dotate di possibilità turistiche. Le sue vette, nella parte maggiormente scoscesa dei Pirenei Centrali, le sue bellissime valli, che si aprono come una mano tesa alle fertili pianure del sud, la ricchezza artistica delle sue chiese e le splendide rovine dei suoi manieri, danno vita a un tutto in cui natura e arte si fondono armoniosamente.
Castillo de Loarre
E' uno dei castelli più affascinanti per la sua posizione: fu costruito tra due elevate rocce, con torri e alte mura che lo hanno reso inespugnabile. All'interno della cinta sorgono la torre de la Reina e quella del Homenaje, di ben 22 metri, la Capilla Real, ricca di capitelli, cupole, finestre e archi, e il palacio de Ayerbe, uno dei pochi in stile gotico catalano.
San Juan de la Pena
Il sito era in origine un eremo addossato alla montagna; sopra vi venne costruito in due riprese l'attuale monastero con un risultato architettonico unico. Il primo nucleo è la cosiddetta Iglesía Baja, del 920, in stile mozarabo con affreschi romanici. Nel 1025, con l'arrivo dei primi frati benedettini in Aragona venne attuata una ristrutturazione del complesso, conclusa nel 1094, che ha avuto come conseguenza radicali modifiche della pianta. Sono in stile romanico?jaqués la nuova chiesa, Iglesía Alta, costruita a navata unica, le tre absidi in parte scavate nella roccia, e il palazzo abbaziale il cui atrio all'aperto è conosciuto come "Panteon dei nobili", perché per 500 anni vi sono stati seppelliti i reali d'Aragona e Navarra e vi giace la moglie del Cid, Jimena. Del XII secolo è invece il chiostro, coperto dalla roccia sporgente, che ha tre ordini di colonne con scene bibliche scolpite sui capitelli da uno scultore sconosciuto identificato come Maestro di San Juan. Le scene fantastiche presenti nel chiostro sono del secolo successivo. Il monastero barocco costruito poco lontano a seguito di un incendio è della fine del Seicento.
Biescas
Il baricentro dell'intera zona è questo piccolo villaggio ai piedi dei monti Pirenei in cui è rimasta viva più che altrove, nell'antico quartiere chiamato 'La Pena', la consuetudine aragonese di dipingere sulle case gli stemmi dei casati nobiliari.
Il Camino di Santiago
La storia dei "Camino de Santiago" comincia da molto lontano e precisamente dalla morte di S. Giacomo che avvenne nel 44 d.C. mentre si trovava in Spagna per evangelizzarla. La leggenda racconta poi che in uno sperduto luogo della Galízia una stella splendente più delle altre indicò dove si trovavano le spoglie dell'Apostolo e proprio per questo motivo il luogo fu chiamato Santiago de Compostela dal latino 'campus stellae'.
Da quel momento iniziarono i pellegrinaggi e i fedeli partivano anche da luoghi lontanissimi per dimostrare la loro devozione a S. Giacomo, vi parteciparono uomini e donne, ricchi e poveri, re e regine e anche molti papi. Naturalmente questi pellegrinaggi si svolgevano a piedi e le regioni da attraversare erano molto ostili e difficili, i briganti spadroneggiavano, rapinavano e anche uccidevano, si cominciarono quindi ad edificare ricoveri e ostelli, strade e ponti, poi monasteri, castelli e grandi cattedrali e, il re delle Asturie Alfonso Il il Casto, nell'813 fece costruire proprio a Santiago un grande Santuario.
Oggi di tutto ciò è rimasto moltissimo, le grosse arterie dì comunicazione si sono spostate e il vecchio tracciato è rimasto praticamente inalterato, i luoghi che si attraversano sono veramente magici ma quello che più conta è che ancora oggi molti pellegrini si recano a Santiago con la stessa fede dei loro predecessori. Gli itinerari classici sono quattro e partono precisamente dall'Italia, dal Belgio e dai paesi Slavi.
Al confine Francia Spagna diventano due: uno sconfina nel famoso passo di Roncisvalle e l'altro nel passo di Somport e da questo transitavano i pellegrini che provenivano dall'Italia e dal sud Europa; da qui sono circa 950 km (930 a piedi) per giungere a Santiago e i pellegrini dividono il tragitto in circa 30 giorni per 30 km al giorno; quindi esattamente un mese di "passeggiata". Alcuni dei moderni pellegrini dividono parzialmente il percorso, i più devoti e con più tempo (bene ormai rarissimo) partono dalle località originali, altri arrivano in treno al confine Spagnolo e da qui a piedi, ma basta percorrere gli ultimi 100 Km per ricevere, una volta a Santiago, l'indulgenza plenaria. Questi pellegrini si muovono con un grande zaino (che inesorabilmente viene alleggerito), un bastone che nella tradizione serviva per difendersi dagli animali e dai briganti e tanta volontà; dormono nei vari ostelli gestiti da comunità religiose di varie nazionalità e una specie di passaporto dove conservano i timbri dei vari ostelli o luoghi di transito a conferma della reale percorrenza. Una volta arrivati a Santiago e reso omaggio a S. Giacomo si recavano, dopo pochi km, a capo Finisterre di fronte all'oceano Atlantico e che la credenza dell'epoca pensava fosse la fine della terra, qui raccoglievano una conchiglia e la portavano come simbolo dell'avvenuto viaggio; da qui la "coquille St. Jacques" (la "Capa Santa").
La Galizia
Questa regione non è solo marittima. Dalle acque tranquille o agitate, estese o raccolte, sempre propizie per un bagno rinfrescante o una pesca abbondante, le sue centinaia di fiumi, torrenti, lagune, cascate e sorgenti danno fede della fama che ha la regione come di un "paese dai mille fiumi". Ma, se parliamo d'acqua, i suoi gioielli più conosciuti non sono i fiumi, bensì gli estuari. Le rías gallegas, fenomeno unico nel litorale peninsulare, sono ampi estuari bagnati dal mare, idonei alla navigazione e agli sport acquatici. Inoltre, le sue 700 spiagge sono tra le migliori d'Europa. Percorrendo las rías Altas e Bajas, attraverso la popolosa costa della Galizia, luogo d'insediamento di culture fin dalla preistoria, prendiamo il polso alle sue città, conosciamo la sua pregiata eredità monumentale e ci lasciamo sedurre dalla magia delle zone rurali. Nella provincia di Lugo, lasciate indietro las Rías di Foz e Ribadeo, appare Cervo e la famosa fabbrica di ceramica policroma di Sargadelos. Più avanti Viveiro, cittadina medievale che conserva tre porte della sua muraglia e, vicino, lo spettacolare Eucaliptal di Chavín. A O Barqueiro possiamo ricrearci nella bella veduta delle case ammucchiate nel porto e il fiume Sor. Estaca de Bares e Capo Ortegal, punta nord peninsulare, penetrano nella Ría di Ortigueira e Ladrido, fermata degli uccelli migratori. In fondo, la tranquilla e signorile cittadina di Ortigueira, con le sue case a logge. Per la campestre Sierra da Capelada, dove abbondano le mandrie di cavalli selvaggi, si arriva al Santuario di San Andrés de Teixido, vicino all'impressionante scogliera di Víxta de Herbeira, la più alta d'Europa (600 metri). Attraversiamo la Ría di Cedeira, la spiaggia di Valdovino e la Laguna di Frouxeira, rifugio di uccelli acquatici: giungiamo alla strategica Ría di Ferrol, sede della Marina dal XVII secolo, con le sue fortificazioni, i cantieri navali ed il caratteristico Quartiere della Maddalena. Pontedeume, nella Ría di Ares, culla degli Andrade e porta di accesso al bosco autoctono de las Fragas do Eume, che circonda le rovine del Monastero di Caaveiro. Sulle rive del fiume Mandeo c'è Betanzos, una delle sette capitali dell'Antíco Regno di Galizia. Continuiamo per la costa attraverso le cittadine turistiche di Mino e Sada, fino alla Ría di La Coruna, protetta dalla Torre di Ercole, faro monumentale d'origine romana.
La Coruna
Città cosmopolita, cresce seguendo le avanguardie urbanistiche ma conserva l'eredità storica della parte vecchia. Adesso ci addentreremo nella leggendaria Costa da Morte, testimone di tragedie marittime ma anche di bagni deliziosi nelle sue lunghe spiagge di sabbia sottile.
Partendo da Carballo, visitiamo il tipico porto di Malpica, la "città dei lepadi": Corme, la punta di Roncudo, gli ampi arenili di Laxe, i merletti delle "palilleiras" di Camariúas, la bellezza selvaggia di Capo Villán, le torri medievali di Vimianzo, il tipico insediamento del Santuario de la Barca e la "pedra de alabar " a Muxía, il Capo Touriúán, i nuclei marittimi tipici di Corcubión e Muros, il gran "hórreo" e la spiaggia di Carnota. E, soprattutto, i bei paraggi di Fisterra o Finisterre, la "fine della terra" dei romani. Cerchiamo la Ría di Muros e di Noia, con il suo signorile centro storico.
Vicino, il porto sportivo di Portosín, il Castro celtico di Baro?úa, situato di fianco ad una magnifica spiaggia e il Parco Naturale di Corrubedo, dove il visitatore rimane sorpreso da una duna mobile di 1 km di larghezza e 15 di altezza. Dalla montagna-belvedere di A Curota, sopra Pobra do Carmifial, contempliamo tutte le Rías Baixas.
Entriamo nella provincia di Pontevedra dalla Ría di Arousa, con l'importantissimo porto di Vilagarcía, e da Cambados (piazza di Fefinans) per arrivare alla penisola di O Grove, che in ottobre celebra la sua "Festa dei Frutti di mare". Un ponte appartenente al XIX secolo ci conduce all'isola di A Toxa, famoso centro termale e di svago. Sul versante nord della Ría di Pontevedra, ci sono spiagge e villaggi turistici come La Lanzada, Portonovo, Sanxenxo, Poio e, ormai vicino a Pontevedra, la straordinaria cittadina marittima e contadina di Combarro. Pontevedra, in fondo al suo estuario, presenta uno dei migliori centri storici della Galízia. Attraversando la Penisola del Morrazo, passando per spiagge e paesi costieri, incrociamo la Ría di Vigo sul moderno Ponte di Rande, fino al maggior nucleo urbano galiziano.
Intorno al suo dinamico porto, oggigiorno Vigo è un affascinante polo industriale, turistico e d'affari. Il Parco Naturale delle Isole Ges, situato di fronte e a solo un'ora di distanza in barca, è un paradiso ecologico senza confronto. In direzione del Portogallo troviamo la recondita e turistica Baiona, con il suo bel centro storico, il porto per le imbarcazioni da diporto e il Parador di Monte Real, in un antico castello. Nel limite meridionale di una costa sempre più contadina, il fiume Mino esce per tuffarsi nel mare attraverso A Guarda, mentre il Monte di Santa Tegra si alza imponente, regalandoci vedute magnifiche della costa della Galizia e del Portogallo.
Paese Basco - San Sebastián-Donostia
E' il centro più importante, con spiagge splendide e angoli sconosciuti lungo il litorale che conduce a Bilbao. Le più conosciute sono Le Concha, resa famosa dalla Regina Isabel a partire dal 1845, Ondarreta, con ville e giardini che si affacciano sulla riva, e La Zurriola. Di fronte a La Concha, l'Isla de Santa Clara è luogo ideale per escursioni giornaliere e picnic, collegata alla terraferma da veloci imbarcazioni. La Città Vecchia è la sede della vita tradizionale, con le sue strette vie di bar e ristoranti. Plaza de la Costrucion, un tempo la plaza de toros, è il centro cittadino. Chiese (Santa Maria), giardini, il museo di San Telmo, dedicato al folklore basco, e l'Acquarium, sono i luoghi più turistici della zona. Graziose località balneari di questa zona sono Zarauz e Getaria, Zumaia e Lekeitio; tutte possiedono un nucleo antico del XV sec., una rocca e un porticciolo di pescatori. A Capo Matxitxako si gode di una splendida vista sulla costa e sulla cappella di Gatzlugache.
Santander
Luogo di villeggiatura privilegiato dai madrileni, Santander conserva un pizzico del fascino francese, con il suo splendido litorale, le strade linde e mai affollatissime. La vicina Bahía de Santander assoluamente imperdibile, con la città e il porto da una lato e la campagna circondata dalle alte montagne dall'altro. Tra le spiagge, segnaliamo Playa de la Magdalena, dalla splendida sabbia dorata, e El Sardinero. Calette nascoste e poco frequentate seguono lungo il litorale. In centro, da vedere la Cattedrale con cripta romanica, il Palazzo Reale de la Magdalena e l'Università estiva Menendez Pelayo.
Intorno al porto peschereccio, pullulano i locali e i luoghi di divertimento. D'estate, feste all'aperto e un buon calendario offrono spettacoli di ogni genere. Santillana del Mar è un piccolo villaggio rimasto intatto dal XVII sec. con palazzi nobiliari. Le celebri grotte di Altamura si trovano nelle vicinanze. San Vincente de la Barquera è una località particolarmente bella, con una Plaza Mayor e antiche fortificazioni.
Comillas
Una delle città più attraenti a ovest di Santander, Comillas offre la combinazione di un vecchio centro città davvero incantevole e di alcuni bei monumenti. Delle poche opere che Gaudì lasciò dietro di sé al di fuori dei confini della catalogna, il suo Capricho del 1885 a Comillas è certamente la più sgargiante, anche se di dimensioni modeste. L'edificio è decorato liberamente con un motivo di girasoli su sfondo verde.
Carcassone
Da lontano Carcassonne sembra uscire da una fiaba medievale. Immersa nella luce del tramonto di un tardo pomeriggio o sullo sfondo di oscure e minacciose nuvole, la Cité, ( come viene chiamata la vecchia città cinta da mura) lascia veramente senza fiato. Non a caso qui nel 1991 è stato girato il film Robin Hood, principe dei ladri.
A difesa della Cité c'è l'insieme delle fortificazioni costruite nel corso dei secoli da Galli, Romani, Visigoti, Mori e Franchi. Nel XIIII secolo fu una delle più importanti roccaforti dei Catari.
Le torri e i bastioni antichi furono salvati dalla rovina a metà del secolo scorso dall'architetto Viollet-le-Duc. La sua zelante opera di restauro di bastioni, maschi, barbacani e piombatoi venne completata nel 1910 e alla fine tutto risultò troppo bello per essere vero. Anche se il rigore storico ebbe qualche volta una parte di secondaria importanza nelle scelte prioritarie dell'architetto, la Cité dà tuttavia ai visitatori un'idea precisa di ciò che doveva essere un assedio nel medioevo e della tattica, dell'attrezzatura e dell'architettura impiegate per rendere inespugnabile una città. Nei mesi estivi tutta la Cìté è piena fino all'inverosimile di turisti.
Ma c'è anche una città normale, la Vìlle?Basse, che fu fondata verso la metà del XIII secolo quando gli abitanti di Carcassonne tentarono senza riuscirci dì riconquistare la Cité caduta nelle mani dì Simon de Montfort durante la crociata contro gli Albigesi. Alla fine fu loro consentito di ricostruire l'abitato in pianura sulla riva sinistra del fiume Aude.
- Scritto da Dario e Rosalba
Con capitale Lubiana, è confinante con l'Italia ad ovest, l'Austria a Nord, l'Ungheria a nord-est, la Croazia a sud e affacciata per un breve tratto sul Mar Adriatico. E' costituita nella sua ossatura dalla catena delle Caravanche (prosecuzione delle Alpi Carniche) culminante a 2559m. nel Grintavec, dalla catena delle Alpi Giulie (Tricorno m. 2863) e dalle alte valli della Drava e della Sava, affluenti di destra del Danubio. Il clima è continentale.
Il Paese, variopinto, con un ambiente naturale ben conservato si trova nel cuore dell'Europa, nel punto dove si incontrano le Alpi, il Mediterraneo e la pianura pannonica.
La Slovenia rientra tra i paesi più boscosi d'Europa, le foreste si estendono per una buona metà della superficie dela Paese.
Nel Carso vi sono oltre 6000 grotte sotterranee, di cui 110 visitabili. In alcune vive un animaletto endemico, il Proteus Anguinus, il più grande animale vivente delle grotte.
Sul Carso si incontrano per la prima volta l'Europa Centrale ed il Mediterraneo. I castelli medievali, i manieri barocchi, le città ed i villaggi fortificati sono testimoni di un'antica cultura. Le grotte di Postumia, oltre a tante altre grotte,sono le curiosità del Carso sotterraneo.
Là, dove finisce l'altipiano Carsico e comincia la zona più pianeggiante dell'Istria slovena, crescono bene gli ulivi ed i mandarini, e comincia il Mediterraneo. Nella sua parte slovena le rive e le scogliere si alternano con le baie, le lagune e le saline. Le città medievali di Pirano, Capodistria e Isola nascondono un gran numero di monumenti, porti turistici, terme e spiagge naturali di ghiaia fine.
L'arco orientale delle Alpi raggiunge anche la Slovenia, attraverso le creste delle Caravanche e delle Alpi Giulie passa elegantemente alla dolce catena montuosa del Pohorje, ricca di boschi e di ossigeno. Le montagne più alte si trovano nelle Alpi Giulie, dove spicca il M. Triglav, 2864m.
La valle dell'Isonzo, la valle dei Logar ed altre verdi valli alpine, con la loro natura intatta sono il vero paradiso per una vacanza.
Il viaggio
Dopo avere attraversato la stretta val Raccolana in mezzo al Parco Naturale regionale delle Prealpi Giulie, costeggiando il romantico lago del Predil arriveremo a Cave del Predil, per anni zona di lavaggio di minerali estratti dalla valle. Si possono ancora vedere i manufatti della miniera ormai in disuso.
Dopo pochi chilometri giungeremo a Tarvisio: la cittadina, 6000 abitanti circa, si trova a ridosso sia del confine con la Slovenia che con l'Austria e domina invece la parte italiana essendo il più grosso centro turistico di tutta la Val Canale.
Dirigendosi verso il confine con la Slovenia, meritano una piccola deviazione i laghi di Fusine: due perle blu all'interno di una fitta vegetazione di alte conifere. Entrambi i laghi sono di origine glaciale e sono alimentati da cordoni morenici sotterranei.
Subito dopo il confine sloveno, attraversiamo Kraninska Gora, importante centro turistico e rinomata località di sport invernali. D'inverno i pendii circostanti, le cui vette raggiungono i 2600 metri d'altezza, sono palcoscenico delle gare di coppia del mondo di sci alpino, mentre d'estate diventa il paradiso degli escursionisti. Il paese ha comunque mantenuto le caratteristiche di un villaggio alpino dal gusto e dal rigore teutonico, forse perchè l'Austria dista pochissimi chilometri.
Lasciata questa bella cittadina, la strada si distende, la valle si appiattisce, l'orizzonte si fa più aperto e lo sguardo può spaziare tra campi verdissimi e rotonde colline ricche di vegetazione boschiva fin ad arrivare alla cittadina di Bled adagiata sul lago omonimo. Sulla sponda nord troneggia il castello risalente al regno dell'Imperatore tedesco Enrico II che nel 1004 ne ordinò la costruzione. Tutto il lago, dalle acque caldissime, è sovrastato da una catena alpina ed è circondato da vegetazione boschiva e prati fioriti.
Dopo una sosta sulle rive, ripercorriamo la strada a ritroso fino a Kraninska Gora da dove imbocchiamo la valle della Sava per raggiungere la valle dell'Isonzo. Prima di raggiungere le sponde dell'Isonzo attraversiamo un gioiello delle Alpi Giulie: il Triglavsi Marodni Park, il Parco del Tricorno. A dargli il nome, l'omonima vetta, la più alta del paese. Il parco è un autentico paradiso, caratterizzato da selvagge gole, spumeggianti cascate e smeraldini laghetti. Copre quasi la totalità delle Alpi occidentali slovene ed anch'esso si distende, come la foresta di Tarvisio, lungo i tre confini d'Italia, Austria e Slovenia. Il panorama offerto non finisce mai di stupire; la vegetazione è ricca e piccoli ruscelli spesso arrivano a costeggiare la strada.
E' difficile resistere al fascino del paesaggio naturale della Slovenia ed in particolare a quello che si presenta valicando il passo Vrsic. La strada che collega la valle della Sava a quella dell'Isonzo è davvero incantevole.
In Slovenia ci sono molti itinerari per mototuristi, ed infatti divertenti serpentine e tornanti ci conducono al Vrsic-Sattel 1611 m (Passo di Maistroicca), valico di frontiera fra l'Italia e la Iugoslavia fino al 1947, ci addentriamo nel parco per ammirare l'impetuosa sorgente dell'Isonzo.
Il nostro viaggio il Slovenia continua costeggiando il corso del Soca (Isonzo) che movimenta una natura quasi selvaggia, dai tratti alpini. Attraversiamo luoghi che evocano momenti della Grande Guerra come Kobarid (Caporetto) un borgo molto pittoresco che evoca alla nostra memoria racconti di guerra e libri di storia sulla prima guerra mondiale e reso tristemente noto dalla ritirata delle nostre truppe il 24 ottobre 1917 durante la dodicesima offensiva, il più grande scontro armato in regione montuosa mai combattuto. Continuando a seguire il corso del fiume, attraversiamo Tolmin (Tolmino), Kanal ob Soci (Canale d'Isonzo) ed arriviamo fino a Nova Goriza.
Ci ripromettiamo di fare altri itinerari in questo splendido paese che soprattutto lontano dal confine italiano e dalle grandi città ha mantenuto ancora un'impronta prettamente agricola.
- Scritto da Dario e Rosalba
La catena montuosa dei Pirenei si estende per 430 km, dalla costa atlantica a quella mediterranea, creando un confine naturale fra la Francia e la Penisola Iberica. Alcune delle vette e delle valli più spettacolari si trovano nella zona del Patc National des Pyrénèes, a circa 150 km dalla maggiore città della regione: Tolosa.
Verso Lourdes
Da Narbonne prendiamo la strada per Carcassone. Inutile il tentativo di trovare una stanza a Carcassone nel periodo do ferragosto. Ci spostiamo verso l'interno fino a Limoux dove finalmente troviamo una camera. Il giorno dopo ripartiamo con destinazione Lourdes. Scegliamo un itinerario su strade secondarie. Attraversiamo valli in mezzo a colline infinite di un verde intenso passando per Quillan, Foix, St-Girons. Da qui decidiamo di scendere fino alle N80 che velocemente ci porta fino a Montrejeau. Prendiamo una strada secondaria, molto panoramica, e passando per La Barche, arriviamo a Bagneres de Bigorre, base per le nostre tappe nei dintorni di Lourdes.
Lourdes e dintorni
Ogni anno, durante i mesi d'estate, Lourdes fa convergere migliaia e migliaia di pellegrini che si radunano in un clima spirituale al momento delle numerose cerimonie e processioni. Primo luogo di pellegrinaggio, la Grotta di Massabielle dove la Madonna apparve a Bernadette Soubirous. Nella città religiosa c'è anche la basilica sotterranea di S. Pio X, uno dei più vasti santuari del mondo. Molto vicino, si erge la basilica del Rosario che sovrasta la basilica Superiore dedicata all'Immacolata. Altro luogo di preghiera, il Cammino del Calvario con le sue 14 stazioni composte da gruppi monumentali in bronzo.
Una visita da non perdere: il castello medievale situato su un picco roccioso che domina la città. Da vedere nei dintorni: il Pic du Jer (Picco del Jer) accessibile per funicolare con una bella veduta sui Pirenei, le grottes de Bétharrani (grotte di Bétharram) a St-Pé-de-Bigorre.
Il circo di Gavarnie
Vi si accede, partendo dal villaggio di Gavarnie, a piedi, a dorso d'asino oppure a cavallo. La veduta sul circo è magnifica: si vedono le sue muraglie, i suoi scaglioni di neve, la gran cascata accessibile per un cammino segnalato. Potrete ammirare da vicino l'impressionante salto nel vuoto, 420 m, delle acque del bacino ghiacciate del Mont Perdu.
Gavarnie è un eccellente punto di partenza per intraprendere molte gite a piedi.
Il parco nazionale dei Pirenei
Con una superficie di 48000 ha e con all'intemo la riserva naturale del Néouvielle, il Parco Naturale dei Pirenei si stende lungo la catena pirenaica tra il massiccio del Néouvielle e la valle d'Aspe. Il suo punto culminante, la cima del Vignemale, si trova a 3298 m. Si possono vedere degli animali selvatici, quali camosci dei Pirenei, avvoltoi comuni, nonché gypaetus barbatus, conosciuti sotto il nome di avvoltoi degli anelli, il più grande rapace d'Europa. La flora pirenaica, dalle essenze rare, vi è ampiamente rappresentata. Centinaia di chilometri di sentieri lo solcano con vari rifugi per accogliervi quando fate delle lunghe gite.
Pic du Midi de Bigorre
Il Pic du midi che domina i picchi della vicinanza è un sito di patrimonio culturale protetto. L'osservatorio astronomico ci fu insediato nel 1878 su un'altezza di 2878 metri per approfittare dei vantaggi dell'aria pura e pulita, che è estremamente importante per gli studi dei raggi cosmici per cui l'osservatorio è diventato noto. Quando si visita il sito durante l'estate (l'accesso si effettua dal Col du Tounnalet), esso offre delle viste panoramiche uniche sulla catena delle montagne dei Pirenei. Il sito è stato riassettato per ricevere visitatori durante tutto l'anno, con un museo e una sala di mostre in cui vengono sviluppati quattro argomenti principali: la grande avventura del Pic du Midi; la vita quotidiana sul sito; le attività scientifiche e la ricerca; l'osservazione del sole e del cielo.
I Pirenei
Dopo esserci attardati per la rottura di un supporto del portaborse, decidiamo di tralasciare la costa Atlantica con i Paesi Baschi ed i Pirenei spagnoli dell'Aragona.
Puntiamo quindi decisi verso la Catalogna e la Costa Brava.
Attraversiamo i Pirenei francesi, questa volta puntando su strade decisamente di montagna.
Aspin, Tourmalet, Peyresourde, altrettanti nomi che il Giro ciclistico di Francia ha reso famosi. Queste strade di montagna che portano da una valle all'altra ci fanno scoprire ad ogni tornante paesaggi e scenari ogni volta diversi. All'improvviso vediamo il Pic du Midi de Bigorre (Picco del Midi di Bigorre) sostituito qualche chilometro più in là dal massiccio dell'Arbizon. La nostra vista si spinge giù verso le valli delle Alto Adour, d'Aure o del Louron, apprezzando sempre dall'alto uno splendido panorama.
Attraversiamo così il Col du Tourmalet, il Col d'Aspin, il Col de Peyresourde, il Col de Portet d'Aspet, il Col de Port. A Tarascon puntiamo direttamente verso la Spagna passando vicino ad Andorra. Arrivati a Puigcerda, decidiamo di andare verso la costa. Arriviamo fino ad Olot dove ci decidiamo di fare base per la visita della Catalogna.
La Seu d'Urgell
Località dei Pirenei, fu importante centro ecclesiastico fin dall'epoca visigota. I vescovi locali, che detenevano potere politico oltre che religioso, furono antagonisti storici dei conti francesi di Foix per il controllo della fascia montana. Un retaggio di questi conflitti rimane nell'ordinamento del vicino principato di Andorra: ancora oggi, come nel 1278 quando vennero riconosciuti ufficialmente i suoi margini d'indipendenza, Andorra è soggetta alla sovranità congiunta del vescovo di Urgell e del presidente di Francia (che ha assunto nella sua persona il ruolo ricoperto in antico dal conte di Foix).
Olot
Ad appena 450 m sul livello del mare, è circondata da collinette cui nessuno farebbe caso se non si trattasse di vulcani del Parc Natural de la Zona Volcànica de la Garrotxa. I vulcani sono estinti o inattivi e l'ultima eruzione è avvenuta circa 11.500 anni fa. Olot non è forse il posto più bello del mondo, ma costituisce un ottimo punto di partenza per escursioni nel parco naturale.
Andorra
Il Principato di Andorra (60000 abitanti; lingua: catalano), uno dei più piccoli d'Europa, arroccato sui Pirenei al confine tra Francia e Spagna. A parte le curiosità che un paese così minuscolo può suscitare, non esistono molte ragioni culturali per venire ad Andorra. Ad attirare fin qui i turisti è soprattutto la possibilità di fare acquisti esenti da imposte.
Tuttavia alcune zone del Principato, ancora indenni dallo sviluppo incontrollato dei centri abitati, conservano stupendi scenari: naturali. Dal punto di vista artistico qualche, chiesetta romanica e alcuni antichi ponti in pietra sono tutto quel che c'è da vedere.
Besalù
Nel X e nelI'XI secolo Besalù, prima di cadere sotto il dominio di Barcellona nel 1111, fu capitale di una contea indipendente che si estendeva a ovest fino a Cerdanya.
E' straordinaria soprattutto la vista del paese dalla riva sud del Riti Fluvià, presso l'alto e curvo Pont Fortificat dell'XI secolo, con le sue due porte a torre.
La Catalogna
I rilievi montuosi dei Pirenei a nord e della Cadena Costero-Catalana a sud-est occupano gran parte del territorio della regione. Il clima e il paesaggio della costa sono comunque di tipo mediterraneo: le escursioni termiche sono lievi, gli inverni brevi e le estati calde, con temperature che possono raggiungere punte di 35°C.
Sia verso il mare, sia verso i monti, la vegetazione è tipicamente mediterranea. Lungo la costa comprende cipressi, agrumi, eucalipti, ulivi, viti e mandorli, mentre sui rilievi pirenaici le essenze principali sono roveri, querce e sughere.
Questa regione, che circonda Barcellona non è vastissima, (il punto più lontano dista da Barcellona non più di 200 km, 6 ore, di autobus) ma ha una tale varietà di attrattive, naturali e non, che vi si possono trascorrere intere settimane e tuttavia conservare la sensazione di avere appena cominciato a conoscerla.
La Costa Brava, innanzitutto, malgrado gli spaventosi guasti portati dal turismo di massa, conserva ancora la bellezza selvaggia che attrasse i villeggianti del primo '900: soprattutto alcuni luoghi non ancora raggiunti dai tour operator. Nell'interno, i Pirenei,con vette che raggiungono i 3000m, accolgono valli verdissime, spesso sperdute, punteggiate di villaggi e cittadine dall'atmosfera ancora medioevale.
In tutta la Catalogna è molto forte e diffusa la consapevolezza di un'identità nazionale nettamente distinta da quella spagnola.
La Costa Brava
Raggiunta Cadaqués, ci si trova ormai in Costa Brava. Pur conservando nel nome l'appellativo di "selvaggio", questo litorale, caratterizzato dal susseguirsi di piccole insenature rocciose, è ormai diventato una delle mete turistiche più frequentate della penisola iberica.
Se potete dedicare alla Costa Brava solo una breve sosta, difficilmente potreste scegliere un posto migliore di Cadaqués. Poco più di un villaggio imbiancato a calce intomo a una baia rocciosa, Cadaqués possiede una speciale magia, che nasce dal vento, dal mare, dalla luce e dalle rocce, che neppure la folla di villeggianti più o meno alla moda riesce a dissipare.
Una parte di questa magia è legata alla figura di Salvador Dalí, che da ragazzo trascorreva qui le vacanze con la famiglia e in seguito si stabilì nella vicina Port Lligat. Il paesaggio nudo, quasi lunare, con le sue rocce dalle forme inquietanti e le spiagge deserte, che compare più e più volte nella pittura di Dalí, non era unicamente frutto della sua fertile immaginazione. Lo ritroverete tutto intorno a Cadaqués, in uno scenario che Dalí stesso definì un grandioso delirio geologico.
Cap de Creus
Otto chilometri a nord-est di Cadaqués, Cap de Creus (Cabo de Creus in castigliano), geograficamente il punto più orientale della Spagna, è un luogo di solitaria e tormentata bellezza, con una ripida scogliera frastagliata da piccole incantevoli insenature su un mare turchese. Le albe e i tramonti, soprattutto, sono indimenticabi. In cima al promontorio si trovano un faro e un unico ristorante di categoria media.
L'Estartit
L'Estartit, 6 km ad est di Torroella de Montgrí, possiede una lunghissima spiaggia sabbiosa, ma non sarebbe diversa da una delle tante località balneari della Costa Brava, prese d'assalto dai turisti del tutto compreso, se non fosse per le Illes Medes. Composte da un gruppo di isolotti rocciosi ad appena un chilometro dalla terraferma, esse ospitano un'interessante fauna marina, fra le più ricche della costa mediterranea spagnola.
Illes Medes
Le sette isole rocciose, proseguiment del crinale calcareo delle colline di Montgrí, con le acque che le circondano, sono state dichiarate Reserva Natural Submarina nel 1985. Il conseguente sviluppo della fauna marina le rende una delle mete più interessanti: di tutta la Spagna per gli appassionati di snorkelling e immersione. Nelle loro acque sono state finora identificate circa 1345 specie animali e vegetali ma abbondante è anche la popolazione alata. Fra l'altro, qui nidifica, da marzo a maggio, la più grande colonia di gabbiani zafferano, o gabbiani dalle zampe gialle di tutto il Mediterraneo (circa 8000 coppie).
Nel porticciolo, all'estremità nord della spiaggia di L'Estartit, troverete diversi chioschi che offrono escursioni d snorkelling e gite alle isole a bordo di battelli che permettono di vedere i fondali.
erario su strade secondarie. Attraversiamo valli in mezzo a colline infinite di un verde intenso passando per Quillan, Foix, St-Girons. Da qui decidiamo di scendere fino alle N80 che velocemente ci porta fino a Montrejeau. Prendiamo una strada secondaria, molto panoramica, e passando per La Barche, arriviamo a Bagneres de Bigorre, base per le nostre tappe nei dintorni di Lourdes.
Lourdes e dintorni
LourdesOgni anno, durante i mesi d'estate, Lourdes fa convergere migliaia e migliaia di pellegrini che si radunano in un clima spirituale al momento delle numerose cerimonie e processioni. Primo luogo di pellegrinaggio, la Grotta di Massabielle dove la Madonna apparve a Bernadette Soubirous. Nella città religiosa c'è anche la basilica sotterranea di S. Pio X, uno dei più vasti santuari del mondo. Molto vicino, si erge la basilica del Rosario che sovrasta la basilica Superiore dedicata all'Immacolata. Altro luogo di preghiera, il Cammino del Calvario con le sue 14 stazioni composte da gruppi monumentali in bronzo.
Una visita da non perdere: il castello medievale situato su un picco roccioso che domina la città. Da vedere nei dintorni: il Pic du Jer (Picco del Jer) accessibile per funicolare con una bella veduta sui Pirenei, le grottes de Bétharrani (grotte di Bétharram) a St-Pé-de-Bigorre.
Il circo di Gavarnie
Vi si accede, partendo dal villaggio di Gavarnie, a piedi, a dorso d'asino oppure a cavallo. La veduta sul circo è magnifica: si vedono le sue muraglie, i suoi scaglioni di neve, la gran cascata accessibile per un cammino segnalato. Potrete ammirare da vicino l'impressionante salto nel vuoto, 420 m, delle acque del bacino ghiacciate del Mont Perdu.
Gavarnie è un eccellente punto di partenza per intraprendere molte gite a piedi.
Il parco nazionale dei Pirenei
Con una superficie di 48000 ha e con all'intemo la riserva naturale del Néouvielle, il Parco Naturale dei Pirenei si stende lungo la catena pirenaica tra il massiccio del Néouvielle e la valle d'Aspe. Il suo punto culminante, la cima del Vignemale, si trova a 3298 m. Si possono vedere degli animali selvatici, quali camosci dei Pirenei, avvoltoi comuni, nonché gypaetus barbatus, conosciuti sotto il nome di avvoltoi degli anelli, il più grande rapace d'Europa. La flora pirenaica, dalle essenze rare, vi è ampiamente rappresentata. Centinaia di chilometri di sentieri lo solcano con vari rifugi per accogliervi quando fate delle lunghe gite.
Pic du Midi de Bigorre
Il Pic du midi che domina i picchi della vicinanza è un sito di patrimonio culturale protetto. L'osservatorio astronomico ci fu insediato nel 1878 su un'altezza di 2878 metri per approfittare dei vantaggi dell'aria pura e pulita, che è estremamente importante per gli studi dei raggi cosmici per cui l'osservatorio è diventato noto. Quando si visita il sito durante l'estate (l'accesso si effettua dal Col du Tounnalet), esso offre delle viste panoramiche uniche sulla catena delle montagne dei Pirenei. Il sito è stato riassettato per ricevere visitatori durante tutto l'anno, con un museo e una sala di mostre in cui vengono sviluppati quattro argomenti principali: la grande avventura del Pic du Midi; la vita quotidiana sul sito; le attività scientifiche e la ricerca; l'osservazione del sole e del cielo.
I Pirenei
Dopo esserci attardati per la rottura di un supporto del portaborse, decidiamo di tralasciare la costa Atlantica con i Paesi Baschi ed i Pirenei spagnoli dell'Aragona.
Puntiamo quindi decisi verso la Catalogna e la Costa Brava.
Attraversiamo i Pirenei francesi, questa volta puntando su strade decisamente di montagna.
Aspin, Tourmalet, Peyresourde, altrettanti nomi che il Giro ciclistico di Francia ha reso famosi. Queste strade di montagna che portano da una valle all'altra ci fanno scoprire ad ogni tornante paesaggi e scenari ogni volta diversi. All'improvviso vediamo il Pic du Midi de Bigorre (Picco del Midi di Bigorre) sostituito qualche chilometro più in là dal massiccio dell'Arbizon. La nostra vista si spinge giù verso le valli delle Alto Adour, d'Aure o del Louron, apprezzando sempre dall'alto uno splendido panorama.
Attraversiamo così il Col du Tourmalet, il Col d'Aspin, il Col de Peyresourde, il Col de Portet d'Aspet, il Col de Port. A Tarascon puntiamo direttamente verso la Spagna passando vicino ad Andorra. Arrivati a Puigcerda, decidiamo di andare verso la costa. Arriviamo fino ad Olot dove ci decidiamo di fare base per la visita della Catalogna.
La Seu d'Urgell
Località dei Pirenei, fu importante centro ecclesiastico fin dall'epoca visigota. I vescovi locali, che detenevano potere politico oltre che religioso, furono antagonisti storici dei conti francesi di Foix per il controllo della fascia montana. Un retaggio di questi conflitti rimane nell'ordinamento del vicino principato di Andorra: ancora oggi, come nel 1278 quando vennero riconosciuti ufficialmente i suoi margini d'indipendenza, Andorra è soggetta alla sovranità congiunta del vescovo di Urgell e del presidente di Francia (che ha assunto nella sua persona il ruolo ricoperto in antico dal conte di Foix).
Olot
Ad appena 450 m sul livello del mare, è circondata da collinette cui nessuno farebbe caso se non si trattasse di vulcani del Parc Natural de la Zona Volcànica de la Garrotxa. I vulcani sono estinti o inattivi e l'ultima eruzione è avvenuta circa 11.500 anni fa. Olot non è forse il posto più bello del mondo, ma costituisce un ottimo punto di partenza per escursioni nel parco naturale.
Andorra
Il Principato di Andorra (60000 abitanti; lingua: catalano), uno dei più piccoli d'Europa, arroccato sui Pirenei al confine tra Francia e Spagna. A parte le curiosità che un paese così minuscolo può suscitare, non esistono molte ragioni culturali per venire ad Andorra. Ad attirare fin qui i turisti è soprattutto la possibilità di fare acquisti esenti da imposte.
Tuttavia alcune zone del Principato, ancora indenni dallo sviluppo incontrollato dei centri abitati, conservano stupendi scenari: naturali. Dal punto di vista artistico qualche, chiesetta romanica e alcuni antichi ponti in pietra sono tutto quel che c'è da vedere.
Besalù
Nel X e nelI'XI secolo Besalù, prima di cadere sotto il dominio di Barcellona nel 1111, fu capitale di una contea indipendente che si estendeva a ovest fino a Cerdanya.
E' straordinaria soprattutto la vista del paese dalla riva sud del Riti Fluvià, presso l'alto e curvo Pont Fortificat dell'XI secolo, con le sue due porte a torre.
La Catalogna
I rilievi montuosi dei Pirenei a nord e della Cadena Costero-Catalana a sud-est occupano gran parte del territorio della regione. Il clima e il paesaggio della costa sono comunque di tipo mediterraneo: le escursioni termiche sono lievi, gli inverni brevi e le estati calde, con temperature che possono raggiungere punte di 35°C.
Sia verso il mare, sia verso i monti, la vegetazione è tipicamente mediterranea. Lungo la costa comprende cipressi, agrumi, eucalipti, ulivi, viti e mandorli, mentre sui rilievi pirenaici le essenze principali sono roveri, querce e sughere.
Questa regione, che circonda Barcellona non è vastissima, (il punto più lontano dista da Barcellona non più di 200 km, 6 ore, di autobus) ma ha una tale varietà di attrattive, naturali e non, che vi si possono trascorrere intere settimane e tuttavia conservare la sensazione di avere appena cominciato a conoscerla.
La Costa Brava, innanzitutto, malgrado gli spaventosi guasti portati dal turismo di massa, conserva ancora la bellezza selvaggia che attrasse i villeggianti del primo '900: soprattutto alcuni luoghi non ancora raggiunti dai tour operator. Nell'interno, i Pirenei,con vette che raggiungono i 3000m, accolgono valli verdissime, spesso sperdute, punteggiate di villaggi e cittadine dall'atmosfera ancora medioevale.
In tutta la Catalogna è molto forte e diffusa la consapevolezza di un'identità nazionale nettamente distinta da quella spagnola.
La Costa Brava
CadaquésRaggiunta Cadaqués, ci si trova ormai in Costa Brava. Pur conservando nel nome l'appellativo di "selvaggio", questo litorale, caratterizzato dal susseguirsi di piccole insenature rocciose, è ormai diventato una delle mete turistiche più frequentate della penisola iberica.
Se potete dedicare alla Costa Brava solo una breve sosta, difficilmente potreste scegliere un posto migliore di Cadaqués. Poco più di un villaggio imbiancato a calce intomo a una baia rocciosa, Cadaqués possiede una speciale magia, che nasce dal vento, dal mare, dalla luce e dalle rocce, che neppure la folla di villeggianti più o meno alla moda riesce a dissipare.
Una parte di questa magia è legata alla figura di Salvador Dalí, che da ragazzo trascorreva qui le vacanze con la famiglia e in seguito si stabilì nella vicina Port Lligat. Il paesaggio nudo, quasi lunare, con le sue rocce dalle forme inquietanti e le spiagge deserte, che compare più e più volte nella pittura di Dalí, non era unicamente frutto della sua fertile immaginazione. Lo ritroverete tutto intorno a Cadaqués, in uno scenario che Dalí stesso definì un grandioso delirio geologico.
Cap de Creus
Otto chilometri a nord-est di Cadaqués, Cap de Creus (Cabo de Creus in castigliano), geograficamente il punto più orientale della Spagna, è un luogo di solitaria e tormentata bellezza, con una ripida scogliera frastagliata da piccole incantevoli insenature su un mare turchese. Le albe e i tramonti, soprattutto, sono indimenticabi. In cima al promontorio si trovano un faro e un unico ristorante di categoria media.
L'Estartit
L'Estartit, 6 km ad est di Torroella de Montgrí, possiede una lunghissima spiaggia sabbiosa, ma non sarebbe diversa da una delle tante località balneari della Costa Brava, prese d'assalto dai turisti del tutto compreso, se non fosse per le Illes Medes. Composte da un gruppo di isolotti rocciosi ad appena un chilometro dalla terraferma, esse ospitano un'interessante fauna marina, fra le più ricche della costa mediterranea spagnola.
Illes Medes
Le sette isole rocciose, proseguiment del crinale calcareo delle colline di Montgrí, con le acque che le circondano, sono state dichiarate Reserva Natural Submarina nel 1985. Il conseguente sviluppo della fauna marina le rende una delle mete più interessanti: di tutta la Spagna per gli appassionati di snorkelling e immersione. Nelle loro acque sono state finora identificate circa 1345 specie animali e vegetali ma abbondante è anche la popolazione alata. Fra l'altro, qui nidifica, da marzo a maggio, la più grande colonia di gabbiani zafferano, o gabbiani dalle zampe gialle di tutto il Mediterraneo (circa 8000 coppie).
Nel porticciolo, all'estremità nord della spiaggia di L'Estartit, troverete diversi chioschi che offrono escursioni d snorkelling e gite alle isole a bordo di battelli che permettono di vedere i fondali.
- Scritto da Dario e Rosalba
Salisburgo, quarta città dell'Austria in ordine di grandezza, si trova nel centro del Paese ed è il capoluogo del Salzburger Land, una delle nove regioni federali dell'Austria.
Attraversata dal fiume Salzach, un tributario dell'Inn che a noordovest della città confluisce con la Saalach, Salisburgo si estende in una vasta pianura circondata da colline che a sud'ovest si allaccia alla catena alpina.
La parte più antica della città, chiamata Altstadt, sorge sulla sponda meridionale del fiume a i piedi del Monchsberg (508 m) il rilievo su cui si erge la fortezza di Hohensalzburg.
Sulla sponda opposta, accanto al quartiere settecentesco della Neustadt, si trova il Kapuzinerberg, il monte dei cappuccini che nel suo punto più alto raggiunge i 638 m.
La regione del Salisburghese si estende principalmente a sud della città. Ha una superficie di 7154 kmq, con 466.000 abitanti distribuiti in cinque distretti territoriali: il Flachgau, il Tennengau, il Pongau, il Pinzgau e il Lungau. A nord-est confina con l'Austria Superiore, a est con la Stiria, a sud con la Carinzia, a ovest con il Tirolo e per un brevissimo tratto anche con l'Italia, a nordovest con la Baviera (Germania).
Mentre verso nord-est Salisburgo è incorniciata dai laghi e dai rilievi mon-tuosi del Salzkammergut, la pittoresca regione a cavallo con la Stiria e l'Alta Austria, l'ampia porzione meridionale del Salzburger Land a sud del passo di Lueg (573 m) ha caratteristiche tipicamente alpine e si articola in diverse catene montuose: il Tennengebirge, che in Stiria si congiunge con il massiccio del Dachstein, lo Steinernes Meer, le Alpi Calcaree Salisbur-ghesi e Bavaresi, le Alpi Scistose, i Bassi e Alti Tauri e altri gruppi montagnosi come quello del Grossvenediger (3674 m).
Il Grossglockner (3797 m), che è la cima più alta di tutta l'Austria, si trova nel territorio della Carinzia ai confini con il Salisburghese e il Tirolo Orientale.
- Scritto da Dario e Rosalba
Adagiata sulle coste ad ovest del confine italiano, la Provenza non solo è una delle regioni più belle di tutta la Francia, non solo è una delle più ricche di storia e di opere d'arte è anche benedetta da un clima splendido per la maggior parte dell'anno. Le estati sono particolarmente secche, soprattutto sulle coste, dove però le temperature sono mitigate dalla vicinanza al mare. La media di giornate perfettamente, soleggiate è alta nel corso di tutto l'anno, cosa che, d'inverno, provoca un notevole calo della temperatura nelle ore notturne. Le piogge, quando si manifestano, sono solitamente piuttosto violente.
Cannes, Saint-Tropez, Antibes hanno reso celebre in tutto il mondo la Costa Azzurra, ma la Provenza è anche la natura quasi selvaggia della Camargue, o le cime delle Alpi Marittime, o le valli del Rodano e dei suoi affluenti. E, più di tutto, la Provenza è, ovunque, terra di storia, d'arte e di cultura.
La Costa Azzurra
Dall'Italia, con una veloce cavalcata arriviamo sulla Costa Azzurra, un litorale fra i più noti e blasonati d'Europa con un microclima capace di stemperare i rigori dell'inverno in una lunga primavera.
Questo tratto di mare è un vero paradiso del turismo mondano e aristocratico dove alla bellezza della natura si è sovrapposta una ricchezza ostentata che si materializza in ville sontuose e in alberghi da uno stipendio a notte, in limousine chilometriche e in bolidi rossi impazienti nel traffico spesso convulso, oppure in porticcioli dove da tempo non ondeggiano più pescherecci ma solo yacht da sogno.
Il nostro itinerario percorre tutta la costa da Mentone fino a St. Raphael con delle deviazioni all'interno su qualche strada panoramica.
Lasciata la città di Mentone, si segue il profilo intrigante della costa prendendo progressivamente quota lungo la strada panoramica che oltrepassa il Principato di Monaco. Dalla Comiche si gode una vista spettacolare su Monte?Carlo. Ovunque colpisce il contrasto che si nota fra gli immancabili campi di bocce, così frequenti nel sud della Francia, dove si incontra un'umanità semplice e quasi rurale, e lo sfondo di palazzi e casinò della costa.
Si guida con piacere lungo la bella strada, accompagnati da splendide vedute sul mare fino alla cittadina di Villefranche, arroccata sulle ripide alzate che circondano il porticciolo, difesa dalla sua cittadella fortificata.
Nizza
Il primo grande centro urbano da visitare per chi entra in Provenza da Ventimiglia è sicuramente Nizza, principale località della Costa Azzurra. Qui, dove oggi sorge la quinta città francese, sono state trovate tracce di insediamenti umani risalenti a oltre 400.000 anni fa. Nizza è oggi una moderna metropoli, ricca di attività economiche e commerciali, ma molto attenta a valorizzare monumenti, antichi edifici e musei. Le tipiche case color pastello che si affacciano sugli stretti vicoli della città vecchia fanno da cornice a splendidi esempi di architettura sacra e profana.
Antibes
Si estende su entrambi i lati di una breve e bellissima lingua di terra che si protende nel Mediterraneo. Sul versante est si trovano il molo e l'antico borgo, ad ovest il quartiere di Juanles-Pins con la celebre spiaggia.
Cannes
La zona più conosciuta di Cannes, antico insediamento ligure del II secolo a.C., è la Croisette, passeggiata a mare sulla quale si trova il palazzo del Festival, sede della mostra del cinema.
Massif de l'Esterel
Il fenomeno naturale più straordinario dell'intera Costa Azzurra è la montagna di porfido rosso chiamata Massif de l'Esterel situata tra La Napoule, nell'entroterra di Cannes e Saint-Raphael e la N 98, che da Cannes porta a St. Raphael costeggiando il mare, offre spettacolari inquadrature. Il mare è turchese, le macchie verdi del maquis si spargono tra l'impressionante rosso vinaccia della scogliera e dei rilievi che cadono quasi a picco sul mare; infine una manciata di piccole spiagge, a semicerchio, interrompono l'austerità del paesaggio.
La Camargue
Con il nome di Camargue viene indicata la zona del delta del Rodano. Scarsamente popolata, quest'area è celebre per la sua bellezza e l'incredibile varietà di uccelli che vivono nelle sue paludi.
In alcuni luoghi lungo la costa il delta continua ad espandersi, e nel corso dei secoli molti piccoli villaggi sono stati distrutti dal mare e altri, un tempo sulla costa, si sono ritrovati anche per parecchi chilometri nell'entroterra.
In certe zone della Camargue si possono vedere le famose mandrie di cavalli color crema e di tori neri (allevati per la corrida), che vagano liberi sotto l'occhio attento di un mandriano. Altro fenomeno tradizionale ma meno attraente della Camargue, sono le feroci zanzare della zona assai prospere che continuano a nutrirsi del sangue dei turisti di turno.
Buona parte del territorio deltizio è preservato dal Parc Naturel Regional de Camargue, istituito una trentina d'anni fa. Si tratta di una zona assolutamente particolare, in evoluzione continua a causa dell'azione delle mareggiate e dei detriti portati dal grande e dal piccolo Rodano.
Saintes-Maries-de-la-Mer
Piccola località all'estremità del delta del Rodano, deve molto della sua notevole suggestione al grandioso spettacolo della natura che la circonda: acquitrini, canneti e paludi che accolgono e proteggono centinaia e centinaia di specie animali.
Non meno degno di interesse è però anche il piccolo borgo, nobilitato da una bella chiesa. Costruita nel Medioevo, conserva le spoglie di santa Sara, patrona dei gitani, qui chiamati anche "bohémiens", i quali la onorano con incessanti pellegrinaggi.
Aigues-Mortes
Il borgo si sviluppa intorno all'antico porto (oggi la città dista più di 28 chilometri dalla costa) fatto edificare da Luigi IX, il re santo. Da qui, nel 1248, oltre 1500 vascelli salparono alla volta della Terrasanta per la settima crociata. Di quell'epoca lontana rimane l'eccezionale cinta fortificata, uno degli esempi più completi e intatti dell'architettura militare medievale. Dalle cima dei solidi bastioni rettangolari, la vista sulle paludi circostanti è straordinaria.
Verso Avignone
La Camargue è una sorta di triangolo isoscele la cui base è rappresentata dalla costa mediterranea: al vertice interno della regione, sul Rodano, sorge la bellissima Arles. La sua fortuna iniziò quando decise di schierarsi a fianco di Giulio Cesare, aiutandolo nel corso delle battaglie per la conquista di Marsiglia. Tanto quella venne punita, quanto questa fu premiata dal grande condottiero romano. Tutto il commercio navale venne spostato nel nuovo porto sul Rodano, che divenne uno dei più importanti del Mediterraneo.
Le gole dell'Ardèche
Le gole dell'Ardèche, il passaggio forse più suggestivo dei dintorni di Avignone dove il fiume Ardèche compie i suoi slalom più spettacolari scavando la roccia. E la D 290, che da St. Martin d'Ardèche arriva a Vallon?Pontd'Arc, merita di essere anno verata tra le strade panoramiche più belle dell'intera Francia centrale. Finale a Balazuc e Vinezac, seguendo la D 579 e la D 294. Circa 90 chilometri da percorrere piano piano, per non perdersi proprio nulla.
Conviene tenere gli occhi ben aperti sulla strada che segue il fiume e porta a Vallon-Pont-d'Arc. Sia per non saltare qualche tornante e finire di sotto sia, bisogna dirlo, per non perdersi una gola, una falesia, una grotta di questo tratto dell'itinerario. Le gorges dell'Ardèche sono, infatti, uno spettacolo incredibile per gli amanti della natura, della canoa e in particolare per gli appassionati di speleologia. A Vallon è molto fotogenico anche l'arco naturale in roccia che sovrasta l'Ardèche; proprio da qui partono di solito gli appassionati di kayak.
Avignone
La città è una delle più belle e ricche di storia di tutta la Francia. Questa fama, meritatissima, si è sviluppata a partire dal XIV secolo, quando il papa Clemente V vi si stabilì, fuggendo da una Roma in preda a tumulti di ogni genere. Furono sette i papi a regnare sulla cristianità dal sogno avignonese.
Il Palazzo dei Papi è la traccia più consistente del periodo in cui la città fu sede del potere temporale. La trecentesca residenza fortificata nella quale gli eredi di Pietro vivevano, pronti a combattere, venne costruita in soli 25 anni. Notevoli i suoi saloni, uno dei quali fu affrescato da Simone Martini. Il ponte Saint-Bénézet deve il nome al suo ideatore, spinto nell'impresa da alcune visioni che gli imponevano di unire le due sponde del Rodano. Lungo circa 900 m, venne costruito la prima volta in legno, tra il 1177 e il 1185. Della trecentesca struttura in pietra oggi rimangono solo le prime quattro campate.
Aix-en-Provence
Sulla strada che ci porta verso l'interno della Costa Azzurra, ad una trentina di chilomentri a nord di Marsiglia si trova una delle cittadine più belle e signorili di tutta la Francia, Aix-en-Provence. In quella che nel secolo XII fu la capitale dei conti di Provenza sorgono oggi più di 200 splendide ville del Settecento caratterizzate, oltre che dai tipici ornamenti del barocco italiano, dal più classico dei colori di questa regione, il giallo. Nata nei pressi delle sorgenti termali scelte come sede degli accampamenti romani del console Sesto Calvino, Aix-en-Provence divenne celebre come centro artistico e culturale nel XV secolo, quando il sovrano André, con la sua munificenza, attirò maestri di ogni arte da tutta Europa.
L'interno della Provenza
Appena alle spalle di un lungomare tanto sfarzoso come quello della Costa Azzurra, esiste un mondo completamente diverso e inaspettato, semplice e rurale dove si assapora la tranquillità e il senso di isolamento tipici dell'ambiente montano e l'atmosfera genuina di antichi borghi medievali. Ci stiamo addentrando in un paesaggio che diviene via via più aspro e selvaggio, solcato da strade panoramiche e poco trafficate.
Raggiungiamo Castellane: una vivace cittadina il cui centro è un piccolo borgo grazioso e caratteristico. L'area intorno a Castellane è ricca di attrattive e, per questo, è diventata la base di partenza per escursioni a trecentosessanta gradi. Si incontra chi pratica turismo sportivo: roccia, kajak, rafting, trekking, ecc; oppure chi è alla ricerca di ambienti naturali e di grandi spazi o, ancora, chi cerca tradizioni e testimonianze di altri tempi.
I giorni a seguire sono un ripetersi di indimenticabìli sorprese. Non immaginavo tanta spettacolarità racchiusa, tutto sommato, in una piccola area. Dai forti colori dei campi di lavanda, al color turchese-smeraldo dei laghi Castillon e Chaudanne; dalle gole del Cians e Daluis, con le loro rocce di un colore vinaccia che carica di drammaticità il paesaggio.
Le gole del Verdon
A testimonianza della ricchezza geologica del territorio di Digne, poche decine di chilometri a sud della cittadina si sviluppa il più importante e forse unico vero canyon europeo, le gorges du Verdon, le gole del fiume Verdon. Il corso d'acqua ha scavato tra le montagne spaccature profonde anche 700 metri, la cui ampiezza varia, vicino alla superficie dell'acqua, dai soli 8 metri a non più di 90. Si tratta di zone talmente impervie che solo nel 1905 venne terminata la prima esplorazione completa di tutte le gole del Verdon. Tra i punti più spettacolari sulle creste del canyon, da vedere assolutamente i balcons, punti di vista esaltanti, che lasciano senza respiro e danno quasi fastidio a chi soffre di vertigini
E che dire del Lago di Ste Croix alimentato dallo stesso Verdon? Inizia tra le gole e ricopre un'ampia valle, il colore dell'acqua è azzurro intenso e contrasta fortemente con il bianco delle spiaggette che si alternano alla vegetazione o alla roccia.